Il Quinto Figlio by Doris Lessing

Il Quinto Figlio by Doris Lessing

autore:Doris Lessing [Lessing, Doris]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: narrativa straniera, romanzo, Fiction
editore: Feltrinelli - Universale Economica
pubblicato: 2013-11-19T23:00:00+00:00


«È già la catastrofe,» disse Dorothy, prendendo decisamente posizione. «Gli altri bambini… hanno sofferto fin troppo. E tu sei così presa da Ben che non te ne accorgi nemmeno.»

«Insomma,» intervenne David, impaziente e furibondo perché il conflitto tra Harriet e gli altri lo dilaniava nel profondo. «Io sono d’accordo. E vedrete che prima o poi anche Harriet si convincerà. Per quanto mi riguarda è meglio che sia prima, anzi subito. Non ce la faccio più.» Finalmente si decise ad alzare gli occhi sulla moglie, cui rivolse uno sguardo implorante e sofferente. Ti prego, le stava dicendo, ti prego.

«D’accordo,» dichiarò Harriet. «Fate un po’ voi…» E scoppiò in lacrime.

In quel momento entrò Ben, che veniva dal giardino, e rimase impalato a guardarli, in disparte come al solito. Indossava una salopette marrone e una camicia dello stesso colore, entrambe di stoffa robusta. Tutto quello che portava doveva essere particolarmente resistente, altrimenti lo strappava immediatamente. Con quella sua zazzera gialla, la fronte bassa, gli occhi fissi e opachi, la schiena curva, le ginocchia piegate, i pugni stretti protesi in avanti, sembrava più che mai uno gnomo.

«Sta piangendo,» osservò, riferendosi alla madre. Prese un pezzo di pane dal tavolo e uscì di nuovo.

«Ma cosa andrete a raccontare?» disse Harriet.

«Lascia fare a noi,» rispose Frederick.

«Sì, tu non preoccuparti,» insisté Molly.

«Dio mio!» esclamò Angela con una punta di amarezza, come se li stesse giudicando. «A volte, quando sto con voi, capisco perché l’Inghilterra va a rotoli.»

«Grazie,» disse Molly.

«Grazie,» ripeté Frederick.

«Sei ingiusta, figliola,» intervenne Dorothy.

«Ingiusta?» protestò Angela e con lei si schierarono quasi simultaneamente Harriet e Sarah.

E finalmente tutti, tranne Harriet, scoppiarono a ridere. Il destino di Ben era stato deciso.

Qualche giorno dopo Frederick telefonò dicendo che avevano trovato il posto e che un’automobile sarebbe venuta a prendere Ben. Prestissimo. Il giorno dopo.

Harriet perse la testa. Che fretta, che… eh sì, che cinismo! Che razza di dottore era quello che aveva autorizzato il ricovero, posto che l’avesse autorizzato. E senza aver neanche visto Ben. Espresse energicamente la sua contrarietà, ma dalla reazione di David capì che molte cose dovevano essere già successe a sua insaputa. Forse i suoi genitori erano andati a trovarlo in ufficio e David aveva risposto qualcosa come:

«Ci penso io,» di fronte alle insistenze di Molly, che Harriet improvvisamente sentiva di odiare.

«O lui o noi,» disse ora a Harriet. Poi soggiunse con una voce gelida carica di ripugnanza. «Dev’essere piombato da Marte. Forse l’hanno spedito qui per vedere cosa succede da queste parti.» E scoppiò a ridere… una risata crudele, parve a Harriet, improvvisamente consapevole di ciò che in parte già sapeva, e cioè che Ben non sarebbe vissuto a lungo in quell’istituto, quale che fosse.

«È un bambino,» insisté. « Nostro figlio.»

«No,» rispose David, in tono definitivo. «Comunque, mio non è di certo.»

Erano in soggiorno. Dal giardino, spogliato dall’inverno, le voci dei bambini si levavano acute e distanti. Spinti da un medesimo impulso, David e Harriet andarono alla finestra e scostarono le pesanti tende. Fuori si profilavano le sagome indistinte di alberi e cespugli,



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